Descrizione
L'attuale santuario della Madonna del Sasso, a circa un'ora di cammino da Palancato, frazione di Boccioleto, è la ricostruzione di un edificio distrutto da una valanga nel 1900. Esso sorge su un piccolo spiazzo, sottratto alla montagna, nelle vicinanze del precedente edificio, ma in posizione più sicura.
Complessa è la storia dell'antica struttura; legata ad una tradizione leggendaria, non storicamente fondata, è la sua origine: sulla parete di roccia della montagna la Vergine sarebbe apparsa ad alcuni pastori ed uno, muto, avrebbe riacquistato la parola. L'apparizione, tramandata oralmente, trova riscontro solo in un'iscrizione del 1803 nella quale è riferita al XIII secolo.
Sconosciuta è la data di fondazione del primitivo edificio, una cappella addossata alla parete di roccia dove fu dipinta l'immagine della Vergine con il Bambino. Piccolissime dovevano essere le sue dimensioni se, nella descrizione più antica del 1590, risulta da poco ampliata eppure "exigua".
Coperta da volta, con pavimento, la cappella era decorata da dipinti e sotto la Vergine, affrescata sulla rupe, era un altare sormontato da un'ancona dorata. Numerosissimi ex-voto di diversa fattura attestano un'intensa devozione verso l'immagine della Vergine per grazie ricevute.
Vengono già rilevate crepe e fenditure nella volta dovute al terreno precario, una cengia ("saxum mollem") dove era stata costruita la cappella (ASDN, I, A. V. 1590, vescovo Speciano, t. 8, f. 406r-v). Questa sarà la principale causa di ripetuti e continui interventi sulla struttura o addirittura di ricostruzioni che si imporranno nel corso degli anni.
Un ampliamento e consolidamento fu attuato prima del 1616: l'altare presso l'immagine miracolosa racchiusa nella nuova ancona lignea di B. Ravelli risulta in un coro davanti al quale è un vano (circa 5 m per quasi 4) con le pareti non ancora intonacate; un portico con quattro colonne è addossato all'entrata e poco distante dall'edificio è una cappella con otto statue raffiguranti la Pietà (oggi a Boccioleto, oratorio dell'Annunciata).
Un nuovo intervento fu realizzato prima del 1657 e altri successivamente: infatti nel 1760 l'oratorio presenta due cappelle laterali titolate a S. Rocco e alla Madonna della Neve.
L'ampia documentazione (ASPB, XXXIII-XXXVII) permette di verificare in questo santuario un cantiere sempre aperto che però non risolse mai i problemi strutturali dell'edificio, legati alla natura del terreno. Si rese così necessaria una ricostruzione a fundamentis, la terza secondo l'iscrizione del 1803, affidata all'architetto G. Antonio Gabbio e conclusa in tale anno.
Essa fu segnata da molti contrasti tra gli abitanti di Palancato e il parroco di Boccioleto che già allora propendeva per un'ubicazione diversa dell'edificio in località Fontanello. Solo con la quarta riedificazione all'inizio del XX secolo, il santuario fu spostato e l'antica immagine rimase scoperta sulla parete rocciosa, solo protetta da una tettoia.
Una devozione continua ed assidua ha caratterizzato il santuario meta di pellegrini, di frequenti processioni e celebrazioni liturgiche, tra le quali quella della Natività della Vergine.
Il dipinto, oggetto di culto e devozione, appare oggi sulla parete di roccia, racchiuso da una cornice architettonica (cm. 163x150 circa). L'immagine della Vergine, che sorregge il Bambino Gesù, è stata inserita in un coro di angeli musicanti, eseguiti da altra mano e su intonaco soprastante.
Non si è in grado di stabilire se l'esecuzione degli angeli abbia comportato la riduzione dell'immagine della Vergine, forse in origine a figura intera, ma è certo che questo intervento ne ha modificato l'iconografia sottolineandone la sacralità: l'antica immagine è ora un "quadro", un'icona sostenuta da due angeli e offerta all'adorazione dei fedeli.
E' altresì impossibile sapere se nella primitiva cappella, oltre a questo affresco, vi fossero altri dipinti medievali, poiché purtroppo la prima descrizione a noi pervenuta risale al 1590 quando l'edificio era già stato ampliato e probabilmente ristrutturato.
Complessa è la storia dell'antica struttura; legata ad una tradizione leggendaria, non storicamente fondata, è la sua origine: sulla parete di roccia della montagna la Vergine sarebbe apparsa ad alcuni pastori ed uno, muto, avrebbe riacquistato la parola. L'apparizione, tramandata oralmente, trova riscontro solo in un'iscrizione del 1803 nella quale è riferita al XIII secolo.
Sconosciuta è la data di fondazione del primitivo edificio, una cappella addossata alla parete di roccia dove fu dipinta l'immagine della Vergine con il Bambino. Piccolissime dovevano essere le sue dimensioni se, nella descrizione più antica del 1590, risulta da poco ampliata eppure "exigua".
Coperta da volta, con pavimento, la cappella era decorata da dipinti e sotto la Vergine, affrescata sulla rupe, era un altare sormontato da un'ancona dorata. Numerosissimi ex-voto di diversa fattura attestano un'intensa devozione verso l'immagine della Vergine per grazie ricevute.
Vengono già rilevate crepe e fenditure nella volta dovute al terreno precario, una cengia ("saxum mollem") dove era stata costruita la cappella (ASDN, I, A. V. 1590, vescovo Speciano, t. 8, f. 406r-v). Questa sarà la principale causa di ripetuti e continui interventi sulla struttura o addirittura di ricostruzioni che si imporranno nel corso degli anni.
Un ampliamento e consolidamento fu attuato prima del 1616: l'altare presso l'immagine miracolosa racchiusa nella nuova ancona lignea di B. Ravelli risulta in un coro davanti al quale è un vano (circa 5 m per quasi 4) con le pareti non ancora intonacate; un portico con quattro colonne è addossato all'entrata e poco distante dall'edificio è una cappella con otto statue raffiguranti la Pietà (oggi a Boccioleto, oratorio dell'Annunciata).
Un nuovo intervento fu realizzato prima del 1657 e altri successivamente: infatti nel 1760 l'oratorio presenta due cappelle laterali titolate a S. Rocco e alla Madonna della Neve.
L'ampia documentazione (ASPB, XXXIII-XXXVII) permette di verificare in questo santuario un cantiere sempre aperto che però non risolse mai i problemi strutturali dell'edificio, legati alla natura del terreno. Si rese così necessaria una ricostruzione a fundamentis, la terza secondo l'iscrizione del 1803, affidata all'architetto G. Antonio Gabbio e conclusa in tale anno.
Essa fu segnata da molti contrasti tra gli abitanti di Palancato e il parroco di Boccioleto che già allora propendeva per un'ubicazione diversa dell'edificio in località Fontanello. Solo con la quarta riedificazione all'inizio del XX secolo, il santuario fu spostato e l'antica immagine rimase scoperta sulla parete rocciosa, solo protetta da una tettoia.
Una devozione continua ed assidua ha caratterizzato il santuario meta di pellegrini, di frequenti processioni e celebrazioni liturgiche, tra le quali quella della Natività della Vergine.
Il dipinto, oggetto di culto e devozione, appare oggi sulla parete di roccia, racchiuso da una cornice architettonica (cm. 163x150 circa). L'immagine della Vergine, che sorregge il Bambino Gesù, è stata inserita in un coro di angeli musicanti, eseguiti da altra mano e su intonaco soprastante.
Non si è in grado di stabilire se l'esecuzione degli angeli abbia comportato la riduzione dell'immagine della Vergine, forse in origine a figura intera, ma è certo che questo intervento ne ha modificato l'iconografia sottolineandone la sacralità: l'antica immagine è ora un "quadro", un'icona sostenuta da due angeli e offerta all'adorazione dei fedeli.
E' altresì impossibile sapere se nella primitiva cappella, oltre a questo affresco, vi fossero altri dipinti medievali, poiché purtroppo la prima descrizione a noi pervenuta risale al 1590 quando l'edificio era già stato ampliato e probabilmente ristrutturato.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Comune | Boccioleto (Apre il link in una nuova scheda) |
Indirizzo | Vicinanze Frazione Palancato |
Telefono | 0163.75136 (Parrocchia) |
Mappa
Indirizzo: R3HG+88 Boccioleto VC, Italia
Coordinate: 45°49'41,9''N 8°4'32,9''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Modalità di accesso
Raggiungendo Fraz. Piaggiogna dalla S.P.10, sulla sinistra salendo verso Alto Sermenza, si imbocca la strada comunale che termina sul ponte che porta a Fraz. Pallancato. Si raggiunge quest'ultima e si prosegue per circa un'ora di cammino da Palancato