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Descrizione

Le moltissime frazioni, in cui è suddiviso il territorio di Cellio, conservano anch'esse dei piccoli tesori sia per quanto riguarda il valore artistico di certi oratori sia per la rilevanza architettonica di alcune costruzioni tipiche valsesiane.
Tralasciando le numerosissime cappelle rurali disseminate ovunque, sono certo da menzionare varie piccole chiesette e oratori alcuni dei quali custodi di pregevoli e quanto mai antiche opere d'arte.
E' questo il caso dell'Oratorio di San "Jacu Pitu" in frazione Bosco. Il suo nome, in dialetto, pare essere la concentrazione di un "San Giacomo con il piccolo" a testimoniare così la dedica di questo tempietto a San Giacomo che, nell'affresco interno, viene raffigurato insieme al piccolo martire San Domenichino. Tale affresco è un vero e proprio gioiello di pittura quattrocentesca, mentre lo stesso oratorio ha origini ancora più antiche.
La sua erezione si deve a probabili pellegrini di ritorno sal Santuario di Santiago di Compostela e segnava un tempo una tappa di quello che era il pellegrinaggio verso il Sacro Monte di Varallo.
Nella frazione Agua, invece, si trova la Chiesa di Sant'Anna che conserva una tela raffigurante la battaglia avvenuta tra i valsesiani e i francesi nel 1636. In località Tairano si trova l'Oratorio della Madonna Ausiliatrice, un tempo detto "della presentazione al tempio", che subì una totale ricostruzione a metà del 1800 e che custodiva una seicentesca statua in legno dorato, d'ignoto artista valsesiano, chiamata localmente Madonna della ricerca (Madonna dei ricci), ora custodita nella parrocchiale. Sono da citare a Cereto il cinquecentesco Oratorio di Sant'Antonio, ad Allera la seicentesca Madonna dell'Oro e alla MAddalena una piccola chiesa in stile romanico.
Bisogna comunque sottolineare la presenza di altre chiese parrocchiali nelle frazioni più grandi e popolose: a Carega quella intitolata a San Matteo, con affreschi del pittore locale Velatta; a Merlera quella di San Bernardo, sorta su un seicentesco oratorio, alla quale si giunge attraverso la Via Crucis dipinta da Lorenzo Peracino e figlio nel 1789, al quale è anche attribuito il quadro delle Anime purganti; a Valmonfredo la cinquecentesca Parrocchiale di San Gottardo con antichi affreschi esterni e la volta interna dipinta dallo stesso Peracino.
Oltre ai piccoli oratori e chiese, caratteristiche delle frazioni Mulino Benvenuto e Mulino Medana, sono alcune tipiche case valsesiane che conservano ancora gli antichi attrezzi e strumenti di lavoro, in particolare per la battitura della biada e del frumento, e a poca distanza è persino visibile un vecchio torchio.
Sono queste vive testimonianze di cultura e folclore locale che si possono ritrovare anche nel piccolo Museo civico, una pagina aperta sulla storia e sul passato di Cellio.
Un passato ricco di tradizioni e che da un ventennio circa ne annovera anche un'altra, della quale i celliesi vanno molto orgogliosi: la rappresentazione del Presepe vivente.

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